La valle del Wakhan, un posto magico! La valle delle Meraviglie!
Già… perché quando nacque il Progetto nel 2018, io iniziai a informarmi e guardare dove si trova questa sperduta valle. Cristiano ci procurò una cartina geografica abbastanza dettagliata e ci spiegò un po’ la zona e il viaggio che avremmo fatto, il primo anno del Wakhan Project. Ci spiegò cosa avremmo incontrato, le difficoltà di percorribilità delle strade e le distanze in km di spostamento da un luogo ad un’altro, su terreno sterrato, per fare 200 km si possono impiegare circa dalle 10 alle 12 ore in base alla percorribilità dell’unica strada che c’è in quella valle. Mi sembrava di vivere un piccolo sogno anche perché era da molto tempo che non andavo a fare un viaggio nell’Asia Centrale.
Certo sono consapevole che non vado nel Wakhan a divertirmi ma per uno scopo ben preciso, assieme ad altri istruttori della Scuola di Scialpinismo “Renzo Giuliani” ad insegnare lo scialpinismo a dei ragazzi afghani. Perché insegnare scialpinismo nella valle del Wakhan? Per dare la possibilità a questo popolo di sfruttare la loro zona e creare un piccolo indotto turistico, insomma un piccolo turismo locale per la loro sopravvivenza.
A casa inizio a guardare su Google maps ed internet se riesco a trovare informazioni in merito al Wakhan, subito non trovo molto perché non è una zona frequentata dal turismo e questo mi incuriosisce ancor di più. Non demordo e navigando su internet trovo alcuni articoli interessanti di alcune persone che sono andate per dei trekking, i loro racconti e le loro foto mi fanno strabiliare.
Ma veniamo a noi, due anni di seguito nella valle del Wakhan, il primo anno in aprile e quest’anno tra fine febbraio e inizio marzo. Innanzitutto la valle del Wakhan lunga 260 km parte da Qazideh e arriva a Sarhad-e-Broghil, la valle è divisa dal fiume omonimo, c’è un’entrata al parco, bisogna registrarsi a Khandud città del distretto di Badakhshan che dista circa 6 ore da Ishkashim, ci vuole un permesso e la prassi di registrazione risulta lunga, bisogna armarsi di pazienza (dalle 2 alle 4 ore) la gente là non ha fretta! Spezzeremo il tragitto in due tratte fermandoci in una guest-house a Qala-e-Panja ex capitale wakhi.
Malang la nostra guida locale ha noleggiato una jeep Toyota 4×4 e un vecchio pulmino Toyota 4×4 perché le strade risultano tortuose e molto difficili, tra pietraie e guadi. Il panorama varia tra piane desertiche e altre volte invece la strada è incuneata tra le montagne con passaggi in mezzo a gole sassose dal terreno molto friabile, rendendo le strade pericolose a bordo di dirupi, ma ci affidiamo agli autisti esperti. Un viaggio pieno di scossoni in cui metti a dura prova la schiena e le gambe ed è raccomandabile avere una mascherina o un foulard su naso e bocca per la polvere che entra ovunque. La valle è arida, alternata da chi ha il coraggio di coltivare piccoli campi per le colture locali, circondata da alte montagne, cime fino a 7000 mt dagli enormi ghiacciai dove la distanza è infinita. I villaggi che si incontrano sono piccoli fatti di case di pietra, fango e fieno dello stesso colore della terra e al passaggio di qualcuno i bambini corrono fuori a salutare. Le persone del luogo si spostano a piedi, con gli asini, con i cavalli e i più fortunati con l’auto, l’auto però risulta molto costosa anche per il prezzo elevato del gasolio, suona strano ma in Afghanistan non ci sono pozzi di petrolio.
Dopo circa 200 km in fondo alla valle si arriva in un paese Sarhad-e-Broghil alla quota di 3300 mt, un villaggio dove la strada finisce, dove il ritmo della vita è lento, questa è la caratteristica di questa valle. La fine della valle si apre in una piana enorme circondata a 360° di montagne altissime e spettacolari delle catene dell’Hindu Kush, Karakorum e Pamir. La piana è costellata da una miriade di fiumi dovuta allo scioglimento dei ghiacciai, nei pendii la gente del luogo ha costruito canalette per l’irrigazione e la coltivazione di campi di grano e cereali. I campi sono ancora lavorati rigorosamente a mano con l’aiuto degli animali, asini, cavalli e qualche bue, usando aratri di legno tenendo la terra soffice e asportando le molte pietre presenti nel terreno facendo dei grossi mucchi di pietra al lato delle strade. Gli abitanti vivono principalmente di baratto, nessuno ha un vero reddito, le uniche persone che si possono permettere degli extra sono i proprietari di case adibite a home stay o i taxisti che ricevono uno stipendio in base all’affluenza dei pochi turisti. Questa popolazione vive fuori dal mondo e ogni contatto deve essere effettuato cautamente e con rispetto.
Per la nostra permanenza Malang ha acquistato cibo ad Ishkashim e procurato un cuoco da un villaggio vicino, sì perché a Sharad non trovi nulla a parte la cordialità della gente del luogo, la loro alimentazione è molto povera basata su riso, pane, thè e qualche cereale, frutta e verdura sono inesistenti.
Questa è la regione dei Leopardi Delle Nevi, delle Pecore di Marco Polo, degli orsi, dei lupi, delle aquile, falchi e gipeti.
Ora sognate questa valle, chiudete gli occhi e sognate… Ci diamo appuntamento ai prossimi racconti.