Che fare?

Da mesi ci poniamo la stessa domanda. Prima il Covid e ora i Talebani. Come portare a compimento il nostro progetto così piccolo ed insignificante sconvolto da problemi così grandi? Boh!

Cocciuti come solo gli alpinisti sanno essere non desistiamo dal coltivare la speranza di rivedere i volti dei nostri ragazzi in Wakhan, di ricercare gli sguardi curiosi dei bambini, di ritrovare lo stupore per quei paesaggi dal fascino primordiale. E allora aspettiamo che passi la tempesta e torni il sole a scaldarci.

Nel frattempo cerchiamo di mantenere vivo il legame con quella gente e andiamo nelle piazze, tra la gente a raccontare che esiste un altro Afghanistan, che è possibile superare paure e pregiudizi bevendo assieme un te’. Che il vento ed il freddo sferzano ugualmente la pelle anche se ha un colore diverso. Che una caduta sugli sci muove la stessa risata anche se parliamo lingue diverse.

A chi ci ha dato e continua a darci fiducia e sostegno sentiamo l’obbligo di essere chiari e coerenti. Non abbiamo mai dato soldi direttamente a nessuno e le donazioni raccolte sono state utilizzate per pagare spese vive a sostegno del progetto.

“The Wakhan Project” è un progetto sorto nell’ambito delle iniziative di solidarietà denominate “Natale Alpino” tradizionalmente gestite dalla sezione CAI “Cesare Battisti”.

Le donazioni che raccogliamo sono e saranno utilizzate per sostenere il progetto Wakhan Project. Se il perdurare di circostanze così drammatiche rendesse impossibile portare a conclusione tale progetto, i fondi raccolti e non utilizzati saranno destinati al “Natale Alpino” per nuove iniziative solidali.